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L’Alliance Française di Bologna è partner culturale del Festival internazionale di fotografia PhMuseum Days che torna per la quarta edizione, dal 12 al 15 settembre 2024 a Bologna.

Il tema scelto è CLOSER: viviamo in un’epoca in cui non è possibile immaginare alcun distacco oggettivo tra noi e la realtà. L’osservazione stessa tocca e cambia le cose, ogni racconto è contaminazione. I lavori in mostra non cercano di raggiungere un’impossibile neutralità, ma accettano la parzialità che è data dal guardare da vicino. Fanno dell’intimità la loro forza: nelle relazioni interpersonali tanto quanto nel rapporto con il territorio, con la storia, e con gli esseri viventi. Un invito alla condivisione e ad osservare con attenzione, al di là dei pregiudizi e degli stereotipi.

L’evento si svolgerà presso lo Spazio Bianco di DumBO a Bologna, un padiglione post-industriale di 1600 metri quadrati che ospiterà mostre, presentazioni, uno spazio dedicato all’editoria fotografica e un’area all’aperto. Ci saranno inoltre installazioni pubbliche in diversi luoghi della città, eventi e molto altro.

Maggiori informazioni sul Festival disponibili sul sito phmuseumdays.it


In virtù della partnership tra PhMuseum e Alliance Française di Bologna è prevista la visita guidata in francese delle mostre Trajectories, di Beatriz de Souza Lima e The Skeptics, di David De Beyter.

Quando: sabato 14 settembre, ore 11:30

Dove: Spazio Bianco, DumBO, via Camillo Casarini, 19 – Bologna

Ingresso: riservato ai soci Alliance Française di Bologna, su prenotazione (numero di posti limitati)

Prenotazioni: scrivere a comunicazione@afbologna.it e attendere conferma via mail

La partecipazione alla visita guidata darà la possibilità di visitare anche le altre mostre individuali e collettive presenti allo Spazio Bianco, DumBo.


Trajectories, di Beatriz de Souza Lima

LA MOSTRA

Sulla strada per l’ospedale, Beatriz de Souza Lima attraversa un giardino botanico. È un tragitto che deve percorrere spesso, camminando tra le Monstera Deliciosas che le ricordano la casa di sua madre, in Brasile.

La natura nello spazio artificiale fa sempre un effetto straniante: circondate da finti decori tropicali, le piante sono quasi ingombranti. Immaginiamo di avvicinarci e di iniziare a notare, dopo le foglie, i tronchi e la terra, un sistema di macchine e fili. Umidificatori, condotti di irrigazione, cavi elettrici – un’intera infrastruttura che consente alle piante di vivere in quell’ambiente.

All’improvviso, l’ospedale non sembra così diverso. Ogni passo nel percorso connette un luogo all’altro. La loro prossimità fisica diventa concettuale, le loro proprietà si confondono sempre di più. Le piante tropicali sono, per de Souza Lima, un riflesso allo specchio: anche loro, come lei, vengono costantemente osservate, studiate e misurate da elettrodi.

Concentrandosi sulle similitudini dei due spazi, le immagini di Trajectories li avvicinano tanto da renderli inestricabili. Immagine dopo immagine, nasce un nuovo ecosistema. Un luogo ibrido in cui la sensazione di estraneità, di non essere mai al proprio posto, convive con una tensione positiva: è il tentativo persistente di costruire legami e piantare radici. Un luogo in cui la cura è il fine ultimo, implicito in ogni intreccio di cavi, e in cui una bellezza inaspettata trova il suo spazio.

L’ARTISTA

Beatriz de Souza Lima (Brasile, 1998) è un’artista franco-brasiliana che vive ad Arles, in Francia. Dopo il diploma all’École Supérieure des Beaux-Arts di Bordeaux nel 2020, si è specializzata presso l’École Nationale Supérieure de la Photo di Arles, conseguendo la laurea magistrale nel 2024. La sua ricerca esplora spesso i temi della cura, un argomento profondamente radicato nella sua vita quotidiana. Nel suo lavoro cerca di catturare un paradosso: da un lato, la stranezza e l’artificialità presenti in luoghi come ospedali e giardini botanici, dall’altro, i forti legami che si creano quando siamo accuditi e vulnerabili.

The Skeptics, di David De Beyter

LA MOSTRA

Nel 1974, l’implosione di un missile Americano provocò la formazione di un cerchio di luce tra le Canarie e il sud del Sahara. All’episodio seguì un’ondata di avvistamenti UFO, culminata in un raduno che nel 1989 riunì più di 10.000 persone a Las Cañadas, Tenerife.

The Skeptics traccia una linea tra questi eventi e l’ufologia, disciplina che tenta di analizzare gli avvistamenti UFO secondo criteri scientifici per stabilirne le cause reali. Le immagini di De Beyter si collocano a metà tra la metodologia rigorosa degli ufologi, e il pensiero magico di chi crede ciecamente in un fenomeno – o nell’impresa di demolirlo. Nel loro insieme, esprimono il tentativo di guardare da vicino qualcosa di estremamente distante. Immagini d’archivio risalenti agli eventi di Tenerife incontrano documenti pseudo-scientifici. Nuove fotografie e video realizzati alle Canarie si mescolano con immagini costruite in camera oscura, senza macchina fotografica, in cui l’autore imprime sul negativo bruciature ed esplosioni, che assomigliano ad avvistamenti. Possiamo davvero fidarci delle immagini? Qual è la loro veridicità?

Il regista e antropologo Jean Rouch scrisse che “il ruolo dell’antropologia è quello di mettere in circolazione oggetti disturbanti”. Questo insieme di materiali obsoleti e falsi ritrovamenti non vuole provare l’esistenza degli UFO, né la loro non-esistenza. È una traccia della cultura che li circonda, della sua poesia e della sua assurdità. È una riflessione su come la loro storia sia, in fin dei conti, una storia di fotografie: superfici su cui proiettare un’ipotesi e il suo opposto, ancore rese possibili solo dalla loro ambiguità.

L’ARTISTA

David De Beyter (Francia, 1985) è un artista e fotografo diplomato presso l’ENSAV La Cambre, Bruxelles e lo Studio National des Arts Contemporains di Fresnoy. Ispirato all’antropologia, il suo approccio alla fotografia è concettuale e documentaristico al tempo stesso, e riflette spesso su comunità marginali e sull’idea di obsolescenza. I suoi lavori sono stati esposti in diverse sedi tra cui Rencontres de la Photographie d’Arles, Frac Grand-Large, FOAM Amsterdam, Musée de l’Elysée e Fotomuseum Winterthur. Con RVB Books, ha pubblicato i libri Damage Inc nel 2018 e Build and Destroy nel 2022.

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